NEWS Enna - Dibattito sull'Ente Provincia Regionale - 04/11/2013
Il dott. Massimo Greco, già Presidente del Consiglio Provinciale di Enna, studioso di politiche pubbliche locali e componente del gruppo di studio regionale che si occupa del riordino degli enti intermedi in Sicilia, ha esordito con un forte richiamo sulla necessità di fornire ai cittadini una corretta e puntuale informazione su tutta la relativa problematica.
“Sulla questione è assolutamente mancato il necessario e preventivo confronto tra classe politica e classe dirigente – ha dichiarato Greco – ma è stata solo ostentata l’abolizione di questo ente intermedio come la soluzione delle soluzioni per ridurre la spesa pubblica, in adesione alla spending review imposta dall’Unione Europea.”
Il relatore, dopo una panoramica di contesto, si è quindi soffermato sull’articolazione dell’attuale sistema delle autonomie locali in Sicilia, diversificando funzioni e ruoli di Comuni e Province. Oggi, i Comuni inferiori ai 10/15 mila abitanti, per esempio, potrebbero essere amministrati senza il supporto dei Consigli Comunali, le cui competenze si sono progressivamente impallidite: hanno di fatto perduto poteri in materia urbanistica (in presenza di una costante diminuzione demografica) e di programmazione finanziaria (per i noti rigidi vincoli di stabilità). Una seria riforma dell’ente intermedio dovrebbe quindi passare da una contestuale rivisitazione del ruolo dei Comuni e da un aggiornamento della legge istitutiva delle Province n. 9/86 e non dalla invenzione di nuovi enti associativi di Comuni tanto simili agli attuali AA.TT.OO. Di fronte al fallimento evidente di questi “carrozzoni”, che ad oggi hanno prodotto in Sicilia un debito di 1 miliardo di euro, pensare di riproporre il medesimo ente di governo camuffandolo sotto il nome di Libero consorzio di Comuni è un suicidio che andrebbe impedito con determinazione.
La difesa dei territori, caratterizzata da diversi parametri di valutazione sociale, economica e culturale, dovrebbe essere affidata ad una nuova Provincia regionale, cioè ad un ente sovra comunale che assorbe le competenze di area vasta di tutti quegli enti che ancora oggi costituiscono la vera emorragia della spesa pubblica locale: ATO idrico e rifiuti, IACP, Consorzio di Bonifica, Area di sviluppo industriale, Distretto turistico ecc… Da respingere è invece l’idea riesumare i “liberi consorzi” previsti dallo Statuto siciliano, enti non territoriali di governo sprovvisti di autonomia politica e dotati solamente di autonomia amministrativa e finanziaria.
In questo scenario di incertezza istituzionale non è importante la denominazione dell’ente che sarà generato dal legislatore (Provincia, Libero consorzio, Distretto territoriale ecc..) ma la capacità di riuscire a promuovere la coesione territoriale della aree interne della Sicilia. Il fatto che in passato nessuno se ne sia occupato seriamente non impedisce di intavolare presto un progetto di questo tipo. Peraltro, l’ipotizzata nascita delle tre Città metropolitane dovrebbe indurre le comunità locali estromesse a fare gioco di squadra per evitare di essere prosciugate nel prossimo decennio dalle grandi Città alle quali il legislatore vuole affidare grandi poteri.
L’attualità del tema trattato, e la capacità del relatore di coinvolgere i numerosi presenti, ha stimolato interessanti e centrati interventi, tra i quali quelli di Antonio Alvano (già Vice Presidente della Provincia regionale di Enna), di Serafina Buarnè (Segretario Generale del Comune di Enna), di Roberto Angileri (amm.re della PROSEME), di Maurizio Bruno (neo Presidente del Consiglio comunale ennese) e del Consigliere comunale Dario Cardaci, che si è soffermato sulla proposta di istituire, a fianco delle previste tre Città metropolitane (Palermo, Catania e Messina), un distretto territoriale della aree interne dell’isola, facendo leva su eccellenze trainanti come l’Università “Kore” ed il vasto patrimonio culturale ed ambientale di cui sono dotati i territori dell’entroterra siciliano. Il Presidente Anfuso, ringraziato il dr. Greco per l’ampia e approfondita relazione svolta e per il prezioso contributo offerto al Rotary, ha auspicato che il dibattito contamini tutte le forze sociali e produttive delle nostre comunità.
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