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NEWS NEWS R.C PALERMO BAIA DEI FENICI – CONFERENZA SU: “BULLISMO e MAFIA: Riflessioni sulla Pedagogia della Prevaricazione” con ospite relatore il Prof. Giorgio CHINNICI – in INTERCLUB con i R.R.C.C. PALERMO BAIA DEI FENICI, PALERMO SUD, PALERMO MONDELLO e CORLEONE - 27/02/2012 - 01/03/2012

LUNEDI’ 27-02-2012, presso il Circolo Ufficiali di Palermo in una Conviviale in interclub con i R.R.C.C. di Palermo Baia dei Fenici, Palermo Mondello, Palermo Sud e Corleone si è tenuta una Conferenza su “Bullismo e Mafia: Riflessioni sulla Pedagogia della Prevaricazione” con ospite relatore il Prof. Giorgio Chinnici. La serata è stata aperta dal Consigliere Prefetto Giuseppe Giammona del Rotary Club Palermo Baia dei Fenici che ha presentato le autorità rotariane presenti e gli ospiti. Il Consigliere Prefetto ha quindi invitato tutti i presenti a rendere onore alle bandiere e, dopo la lettura dell’invocazione rotariana letta da Antonella Chinnici, ha invitato il Presidente Antonio Giunta a dare il tradizionale tocco di campana per dare inizio ai lavori. Il Presidente ha ringraziato tutti gli intervenuti e , dopo il saluto dei Presidenti presenti: Peppe Giuliana, Costantino Pillitteri e Tommaso Puccio, ha introdotto l’ Ospite Relatore leggendone un breve curriculum. Il Relatore ha sottolineato tutte le distorsioni interpretative del fenomeno mafioso e che va facendosi strada, al livello di opinione pubblica, il sospetto che, quello che va sotto il nome di “professionismo dell’antimafia” contiene un certo grado di verità. In linea e a sostegno di questa opinione si pongono alcuni personaggi di notevole rilevanza, tra i quali sono da annoverare Leoluca Orlando e Nando Dalla Chiesa, i quali dopo aver reagito a Sciascia, al limite del vituperio, per avere questi parlato di professionisti dell’antimafia, oggi riconoscono che allora Sciascia vide in anticipo quello che oggi è diventato di tutta evidenza. Dopo una attenta analisi del fenomeno mafioso in tutti i suoi aspetti ha precisato che i Giovani di adesso, che non erano ancora nati ai tempi delle ultime stragi del 1992 in cui morirono Falcone e Borsellino con le loro scorte, non hanno un minimo di coinvolgimento emotivo e di forte indignazione per i deliranti attacchi allo Stato della mafia. Bisogna quindi avviare una fase di diffusa elaborazione sui contenuti e sui metodi per promuovere un efficace impegno dei giovani nella lotta alla mafia e per promuovere nella scuola una campagna di riflessione sul bullismo, al fine di evidenziare le sue connessioni e le sue consonanze con il fenomeno mafioso. A ben guardare, infatti, i bulli usano gli ingredienti fondamentali dell’agire mafioso: usano la violenza per sottomettere i ragazzi della scuola, procedono a ricatti ed estorsioni con la minaccia della violenza, impongono comportamenti omertosi alla popolazione scolastica, determinano così ampi strati di conniventi, sia per timore ma anche per convenienze di vario tipo. Si crea così l’equivalente della zona grigia mafiosa che da linfa al bullismo e che crea un ampio bacino in cui crescono bulli attivi e passivi, bulli cioè che pur non mettendo in atto forme di prepotenza spalleggiano o approvano, in vario modo coloro che le prepotenze esercitano. Per questa via si perviene ad aggregazione, più o meno ampie che si configurano come associazioni paracriminali di tipo mafioso. Se si fa riferimento ai risultati di tante ricerche in campo internazionale si trova che il 60% dei bulli, entro il 24° anno di età, è incorso in una o più condanne penali. Questo destino non risparmierà sicuramente i bulli nostrani per i quali, nelle zone meridionali un immediato modello desiderabile di identificazione è il mafioso, in considerazione del prestigio e della ricchezza di cui egli gode. La Relazione del Relatore Prof. Giorgio Chinnici ha stimolato tra i presenti un ampio e approfondito dibattito. A fine serata dopo la Conferenza, gli ospiti sono stati invitati nella sala Ristorante dove è stato allestita la cena. (Antonio Giunta)










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