Nella sala del Caffè Letterario “Al Kenisa”, per iniziativa dei Club Kiwanis e Rotary, il critico letterario prof. Gaspare Agnello, di fronte ad un pubblico numeroso e interessato, ha presentato l’ultimo libro di Matteo Collura “Il gioco delle parti, vita straordinaria di Luigi Pirandello”, edito da Longanesi. Dopo i rituali saluti agli intervenuti da parte del presidente del Rotary, Rino Agnello, e di Franco Scarpello del Kiwanis Club, il relatore, presidente del premio letterario “Racalmare” dedicato a Leonardo Sciascia, ha così esordito: “E’ difficile sintetizzare un’opera così importante scritta da Collura su Pirandello, suo conterraneo”: "Il Gioco delle parti" - afferma Agnello - “non è una biografia, non potrebbe esserlo perché di biografie sul grande scrittore agrigentino ve ne sono tante”; questo libro è stato scritto “per far conoscere Pirandello al grande pubblico, che avrà letto e visto in teatro tante sue opere, senza conoscere appieno la sua vita”. Matteo Collura, dopo avere esplorato il pianeta Sciascia e le infinite storie di Sicilia, si confronta con il figlio più illustre della sua stessa città “restituendogli quella verità che gli è stata sempre negata”. Il prof. Agnello ha concluso dicendo che “il libro ci fa apprezzare maggiormente il letterato e drammaturgo Pirandello; ci fa entrare più speditamente nel suo teatro, nelle sue novelle, nei suoi romanzi”.
Collura inizia a dire che il suo amico editore l’ha quasi costretto a cimentarsi con Pirandello: “non è stata un’impresa facile per la complessa personalità dello stesso Pirandello, comunque mitigata dalle mie frequentazioni con i nipoti e dalle ricerche cartacee attraverso la consultazione delle numerose lettere. ”Pirandello - sottolinea il nostro autore - i suoi panni sporchi li lava sul palcoscenico e ogni sua opera riflette una situazione personale, anche famigliare, e i drammi e le follie dei suoi personaggi sono i suoi drammi e la sua follia”.
Dalla lettura dell’opera di Matteo Collura sappiamo ora finalmente tante verità su Pirandello: sulla sua appartenenza al fascismo tutt’altro che episodica, comunque ambigua (nel 1935, indossando la camicia nera, pronunciò un discorso filo fascista al Teatro Argentina di Roma), sulla follia della moglie, sul rapporto con i figli, specie quello con Lietta, di cui fu al contempo vittima e carnefice, sull’amore ossessivo e a senso unico per Marta Abba, sua splendida musa e sua dannazione. Alcune pagine del libro sono state lette dall’attrice Elisa Di Dio. Molti giovani, anche universitari, presenti in sala, hanno apprezzato l’incontro con il giornalista e scrittore Matteo Collura che con quest’ultimo racconto biografico su uno dei grandi della letteratura italiana ha messo a nudo il personaggio dalla vita straordinaria, autore di un’imponente produzione letteraria e teatrale.
Salvatore Presti
(Nelle foto, alcuni momenti dell’incontro)
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