FORUM DISTRETTUALE "IL ROTARY PER IL PUBBLICO INTERESSE -
AGRICOLTURA CULTURA E RIFORMA UNIVERSITARIA SANITÀ E GIUSTIZIA”
Il 22 gennaio 2010 presso il Palazzo dei congressi di Agrigento si è svolto il Forum distrettuale "Il Rotary per il pubblico interesse - Agricoltura cultura e riforma universitaria sanità e giustizia” che ha registrato l’ intervento di illustri relatori e la partecipazione dei soci del Distretto, della cittadinanza e degli organi di stampa, accorsi numerosi per la trattazione di temi percepiti come “sensibili” dall’opinione pubblica.
L’attività, proposta nell’ambito delle azioni di interesse pubblico, ha consentito al Distretto di realizzare un importante momento di confronto e di discussione su temi quali l’agricoltura, la cultura, la sanità e la giustizia che sono leve strategiche per lo sviluppo economico e sociale del Paese. La Commissione Distrettuale per il pubblico interesse, presieduta dal PDG avv. Benedetto Aldo Timineri, ha invitato a relazionare coloro che hanno responsabilità direzionali ed operative nei vari settori di interesse per il Forum.
Nella prima sessione di lavoro, dopo i saluti delle autorità locali e l’introduzione dell’ avv. Benedetto Aldo Timineri, si è discusso di agricoltura con le prestigiose relazioni del dott. Giacomo Rallo, amministratore unico di “Donnafugata srl”.e dell’on dott. Titti Bufardeci, Assessore Regionale alle Risorse Agricole e Alimentari. Il dott. Giacomo Rallo, illustre operatore del settore, ha sintetizzato la formula di un successo aziendale, la cosiddetta “formula Donnafugata”, in tre parole chiave: impresa, natura e cultura. Rallo ha precisato che un fattore di successo per Donnafugata è, innanzi tutto, l’essere un “affare di famiglia”, fondato su certezze che vengono da una tradizione di intrapresa vissuta intensamente, da un presente rassicurante e da una forte fede in un futuro sempre più complesso ma forse anche migliore.
Poco più di 25 anni fa, quando nasceva Donnafugata, ha detto Rallo, al centro economico del mercato vi stava l’azienda e non il consumatore, nel senso che il consumatore veniva considerato quasi oggetto plasmabile dalle politiche e dalle strategie delle aziende. Donnafugata, invece, ha individuato nel consumatore un soggetto depositario di un enorme potenziale di autonomia, di cultura e di curiosità. Ed è pur questo che, con una scelta originale ed antesignana rispetto al mondo del vino di qualità, Donnafugata si è legata al principio di “Produrre Qualità e Comunicare Qualità”. Da qui è derivata, per quanto riguarda la produzione, la ricerca delle diversità e dei vantaggi che offriva una natura straordinaria come quella siciliana, una ricerca che ci ha portato a definire interessantissimi standard di qualità sostanziali e organolettici. Il tutto supportato da un forte investimento in risorse umane con personale specializzato molto motivato. Il “Progetto qualità estrema” ha portato l’azienda a puntare sulla valorizzazione delle varietà autoctone, ma anche sull’apertura verso le varietà internazionali, e ciò ha permesso di presentare al mercato dei consumatori un’offerta assortita, credibile e convincente. Anche sul piano della distribuzione Donnafugata ha scelto di essere specializzata, in vini di qualità e di essere coerente, per rispettare il consumatore, sempre più competente e curioso.
La comunicazione, ha continuato Rallo, oggi è un primario fattore di successo. Il consumatore ha fame di notizie e la comunicazione delle aziende deve essere rivolta innanzitutto a fare informazione per formare. Per Donnafugata produrre qualità e comunicare qualità sono la quint’essenza della filosofia aziendale, sostenuta da una sicura, chiara e percepibile onestà intellettuale. Per una buona politica di marca, occorre fare leva sulla propria realtà (vitivinicola) più specifica e peculiare agganciandola al patrimonio costituito dal proprio territorio (gastronomico, paesaggistico, culturale etc). L’obiettivo strategico è la comunicazione della qualità… permettere a opinion leader e wine-lovers di conoscere e percepire i punti di forza di Donnafugata: gli strumenti sono molteplici e complessi… dall’enoturismo alle fiere, dagli educational per giornalisti alle potenzialità di internet. e Bufardeci ha evidenziato che il settore agricolo siciliano attraversa ormai da tempo una terribile crisi di cui, poiché l’agricoltura è un comparto chiave in Sicilia, l’intera economia dell’isola risente. Per tentare di risolverla, il Governo regionale sta già attingendo ai fondi comunitari, ed ha attivato trenta misure comunitarie, mentre si prefigge di attivarne altre cinque nel prossimo mese di febbraio. Bufardeci ha evidenziato che c’è un’enorme forbice tra quantità prodotte e quantità vendute e, soprattutto, tra costi di produzione e commercializzazione. La produzione siciliana è caratterizzata da tanti piccoli imprenditori agricoli, i quali, se aiutati, attraverso filiere corte e mercati del contadino, potranno essere, a loro volta, d’aiuto all’economia isolana. Un elemento di criticità è quello delle “contraffazioni”: grano canadese e carciofi egiziani, per fare degli esempi, vengono spesso spacciati per prodotti locali, mentre occorrerebbero maggiori controlli, magari realizzati attraverso strutture già esistenti nell’amministrazione regionale, quali le S.O.A.T. Un altro grande problema è quello dell’accesso al credito che andrebbe agevolato.
Ad aggravare le patologie del sistema agricolo siciliano ha concorso una politica regionale sbagliata, quella dell’acquisto delle eccedenze che non ha favorito il riequilibrio del mercato. Occorrono azioni programmate, basate su una rinnovata collaborazione tra imprese produttrici e istituzioni, per rilanciare la nostra che è stata e resta un’agricoltura di eccellenza.
All’intervento dell’assessore regionale è seguito quello di un illustre operatore del settore,
Nella seconda sessione antimeridiana è stato affrontato il tema “cultura, riforma dell’università e prospettive di sviluppo economico in Sicilia” per il quale sono intervenuti il prof. Joseph Mifsud, Presidente del Consorzio Universitario per la Provincia di Agrigento e l’ on. avv. Michele Cimino, Vice Presidente della Regione ed Assessore all’Economia. Mifsud ha parlato di internazionalizzazione delle università siciliane, precisando icasticamente che la Sicilia non deve più limitarsi a parlare ma deve fare. La formazione, nelle sue tre declinazioni, scolastica, universitaria e finanziaria, è una leva strategica in un’epoca di globalizzazione È assolutamente importante, ha detto Mifsud, che l’università siciliana non sia percepita come locale, bensì come internazionale, iniziando con l’importare cervelli, ossia gli studenti stranieri. Il territorio, infatti, è fertile nelle idee e nelle competenze non solo per il passato, ma anche per il futuro. Bisogna entrare in una logica di progettazione, mediante i fondi europei ed altre risorse, fare sistema e partire da sei aree d’intervento: il disinquinamento del bacino del mediterraneo; l’energia (con particolare attenzione a quelle alternative); la protezione civile; le strade di collegamento; la ricerca, l’università e l’innovazione; e tutte le iniziative di business nell’area mediterranea.
L’on. avv. Michele Cimino, prima di entrare nel merito dell’argomento a lui assegnato (lo sviluppo dell’economia regionale), ha colto l’occasione, trattandosi del primo intervento pubblico dopo la rimodulazione dei Dipartimenti a livello regionale, per precisare che così come le competenze dell’Assessorato all’Agricoltura si sono estese alla pesca, anche l’Assessorato all’Economia, da lui diretto, si è arricchito di nuove competenze in materia di progettazione con i fondi europei, che si aggiungono a quelle tradizionali riguardanti il bilancio e la programmazione.
Cimino, entrando nel merito, ha sottolineato che uno dei problemi che accomuna le regioni del Sud è la mancanza di progettazione, quindi occorre un grande piano strategico condiviso ed immediatamente attuabile. Utilizzando una metafora, il vice presidente della Regione ha paragonato il sistema di erogazione dei fondi F.A.S. (per le aree sottosviluppate), europei e regionali, come una “fila” di attesa lunga quattro anni, al termine dei quali si giunge al “banco” per sentirsi dire che il progetto non è esecutivo, non è cantierabile, quindi bisognerà tornare indietro per ripercorrere la “fila”. Fuori da ogni metafora, bisognerebbe smetterla, ha detto Cimino con annunci di opere non immediatamente realizzabili, occorre, invece, rendere immediatamente esecutivo il parco progetti ed impedire che le somme utilizzabili per il nostro territorio siano stornate per altre realtà territoriali.
Cimino non ha mancato di accennare al grande problema della Fiat di Termini Imerese, a tal proposito l’Assessore ha individuato nella mancanza di infrastrutture la maggiore onerosità della produzione siciliana ed uno dei motivi per cui la grande azienda torinese ha deciso di chiudere. Cimino ha precisato che la Regione non può pretendere dall’imprenditore privato la solidarietà sociale, ma piuttosto deve garantire le infrastrutture necessarie affinché la produzione si avvantaggi di economie di scala e non venga delocalizzata.
Nella sessione pomeridiana sul tema del potenziamento delle strutture sanitarie è intervenuto l’ on. dott. Massimo Russo, Assessore regionale alla Sanità, il quale ha premesso che nel 2007, quando ha assunto l’incarico, ha trovato un enorme deficit che il Governatore Lombardo si è impegnato con il Governo nazionale a sanare, onde sfuggire all’ipotesi di commissariamento. In conseguenza di ciò, tutt’oggi ci troviamo in una fase in cui occorre, nell’interesse generale, tagliare gli sprechi. Un problema oggi in via di soluzione è stato quello di eliminare le ventinove Aziende che erano altrettanti centri di costo. Così è nata l’Azienda Sanitaria Provinciale che gestisce sia i servizi sanitari, sia quelli ospedalieri. Riguardo a quest’ultimo tipo di servizi, bisogna ancora ridurre i ricoveri, limitandoli a determinate patologie, per le quali sono indispensabili. Tutto ciò si può realizzare con un efficiente Presidio Territoriale di Assistenza che prenda totalmente in carico il cittadino, assicurandogli le cure, senza “sballottarlo” da una struttura all’altra. Il cambiamento della sanità isolana deve necessariamente partire dal rispetto delle regole così nella selezione dei dirigenti (sulla base dei curricula, del merito e della competenza), come negli acquisti e nelle forniture. Infine, sollecitato da alcuni interventi, l’Assessore ha parlato di altre innovazioni, come l’integrazione, già in atto a Catania, tra Ospedale e Policlinico, molto utile per evitare duplicazioni e sprechi, ma anche per far sì che la formazione universitaria si basi sull’assistenza. In ogni caso quello che è già cambiato è il metodo: prima si rileva il bisogno, quindi il fabbisogno, per poi passare alla programmazione ed alla pianificazione.
Nell’ultima sessione di lavoro si è affrontato il tema delle riforme del processo civile, penale amministrativo e della professione forense con le relazioni del prof. avv. Giovanni Tranchina, ordinario di Procedura Penale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo; dell’avv. Benedetto Aldo Timineri, vice presidente nazionale del Centro Italiano di Studi Amministrativi “Ignazio Scotto” e dell’avv. Giovanni Vaccaro, componente del Consiglio Nazionale Forense.
L’avvocato Timineri nella sua qualità di esperto di diritto amministrativo ha posto un particolare rilievo le caratteristiche della riforma del processo amministrativo suggerite dal legislatore nazionale con l’art.44 della legge n.69 del 18.06.2009 .
In particolare ha ricordato le linee guida date dal legislatore al governo per la predisposizione ed approvazione del decreto legislativo che entro il prossimo giugno dovrebbe essere adottato per dar consistenza alla riforma del processo amministrativo affrontando e risolvendo il problema della pregiudizialità amministrativa e quello della snellezza, concentrazione ed effettività della tutela dello stesso processo.
In breve la riforma proposta tende a dare maggiori garanzie al cittadino per una effettiva tutela giudiziale dei propri diritti e dei propri interessi legittimi al fine di eliminare ogni forma di ingiustificata remora e ritardo nello svolgimento dei relativi processi con danni rilevanti arrecati alla comunità per l’inefficienza dell’apparato della giustizia.
Anche il prof. Giovanni Tranchina, riferendosi al processo penale, l’ha definito, usando le parole di Carnelutti, “il grande malato del nostro ordinamento”. Le riforme che si sono succedute negli anni sono nate da una situazione emergenziale e risentono negativamente di questa circostanza. Occorrerebbe, invece, una riforma organica che rifugga da qualsiasi condizionamento ideologico di tipo politico. Oggi c’è sicuramente un’esigenza di celerità, il processo deve avere una ragionevole durata, la quale, tuttavia, non può essere valutata in astratto, in relazione alla gravità del reato, bensì in concreto. Peraltro, dichiarare estinto un processo se non si conclude nei termini contrasta con la Costituzione, infatti la Corte Costituzionale nella sentenza 241/1994 ha affermato che sono illegittime tutte le norme processuali che ostacolino l’accertamento del fatto storico oggetto del processo. Il decorso del tempo, senza accertamento, contrasta con la finalità del processo.
L’avv. Giovanni Vaccaro ha parlato della riforma della professione forense, il cui iter legislativo è in corso di svolgimento, che punta su alcuni aspetti fondamentali: formazione e aggiornamento degli avvocati, tutela del cittadino, rispetto del codice deontologico, nuove regole in materia di pubblicità e nuove tariffe, con la reintroduzione dei minimi e il loro collegamento non alla quantità di udienze e di prestazioni, ma alla qualità ed al risultato. Attraverso l’istituzione dello Sportello del cittadino, ad esempio, presso ogni Consiglio dell’Ordine, si mira a fornire informazioni basilari in materia di giustizia ed eventualmente ad agevolare l’accesso ad una conciliazione. Tra le novità vi sarà anche l’assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile, estesa anche ai collaboratori di studio, opportunamente remunerati. Tra le finalità vi è la valorizzazione della professionalità con l’accesso non più automatico al rango di cassazionista. Riguardo alla formazione iniziale si propone una partecipazione attiva degli avvocati al percorso universitario, attraverso una loro rappresentanza nei Consigli di Facoltà. Inoltre si propone di implementare le Scuole di specializzazione forense, poiché quelle attualmente esistenti non sono più sufficienti a rispondere alle esigenze di formazione dei numerosissimi laureati in Giurisprudenza.
Tra una sessione e l’altra il Governatore ha inserito, fuori programma, un momento di “metacognizione” in cui, con il coordinamento e l’impulso del PDG prof. Guglielmo Serio, si è discusso del rapporto tra Rotary e politica. Dal vivace e qualificato dibattito sono emerse alcune idee di fondo: al Rotary non compete prendere parte nell’agone politico, tuttavia, nello svolgimento delle sue azioni, con particolare riferimento a quella di pubblico interesse, non può non occuparsi dei problemi che affliggono la società civile e soprattutto di quelli che presentano importanti risvolti etici. Inoltre, deve prestare ascolto alle istanze sociali, selezionando quelle più urgenti e chiedendone la soluzione alle istituzioni, fungendo da porta di accesso alle stesse per quei cittadini che non hanno voce o sedi di ascolto.
Ha concluso il Governatore, dott. Francesco Arezzo di Trifiletti, sottolineando come il filo conduttore della giornata fosse stato, conformemente a quanto supposto al momento della progettazione del forum, quello dei “grandi malati” della nostra società e della necessità urgente di cure.
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