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NEWS Comunicare, parola d'ordine - 01/07/2007

Mai come quest’anno il Distretto 2110 porrà attenzione alla comunicazione, intesa come un flusso pluridirezionale di messaggi da veicolare. Questo sta a testimoniare quanta attenzione il Rotary riponga sulle avanzate posizioni della moderna società, composta da una minoranza operativa di èlite e di una moltitudine di ascoltatori ormai tutt’altro che inerti, ma impegnati e consapevoli. Il nuovo governatore 2007/2008 Salvatore Sarpietro, ha sottolineato l'importanza dell'immagine pubblica e di conseguenza, dei mass media «che consentono di trasmettere in tutto il mondo i progetti di un'associazione credibile - che ha compiuto ben 102 anni il 23 febbraio - che da sempre opera per rispondere a esigenze concrete». A parlare dei mezzi d'informazione e del cambiamento in atto dello scenario di riferimento - durante l’assemblea distrettuale - il direttore di Rai3 Paolo Ruffini e la giornalista catanese Simonetta Li Pira, che oggi lavora a Milano ricoprendo il ruolo di vice caporedattore di "A magazine", che ha puntato l’attenzione sulla rivoluzione internettiana: «In questo contesto dove la parola d'ordine è velocità, si rischia di bruciare la nostra capacità di percezione. Non possiamo certo ignorare i cambiamenti - ogni anno il tempo speso su web cresce del 28% e persino i più tradizionali quotidiani americani si stanno spostando verso nuovi "virtuali" confini - e non possiamo rimanere legati al passato con occhio nostalgico, ma dobbiamo mantenere integra quella credibilità che da sempre caratterizza i media, seguendo la corrente tecnologica che ci trascina verso nuovi strumenti, verso nuovi modi di svolgere la nostra professione. La comunicazione risponde a un imperativo categorico - ha detto La Pira - che è quello della verità, che non dev’essere sfigurata in nome dell’audience. La televisione non può essere al servizio del pluralismo ed è vincolata al dovere di tutelare la democrazia per consentire una lettura del mondo massmediatico, dove il confine tra finzione e realtà si fa sempre più labile».

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