NEWS Fare memoria perchĂŠ? Shoah, leggi razziali, deportazioni: ebrei, civili, I. M. I. -Castellammare- - 27/01/2016

Nella Caserma Giannettino della città di Trapani si è svolta l’iniziativa della Giornata della Memoria, promossa ed organizzata, dall’Associazione “Contro tutte le violenze – CO.TU.LE.VI.” in collaborazione con la Prefettura e il Rotary Castellammare Golfo Segesta Tere Elimi. Hanno partecipato Autorità civili, militari, religiose, studenti degli Istituti: Sciascia Bufalino, Pagoto, Pertini, Manzoni Pitre’, L. Da Vinci, I.T.C. R. Salvo, A. De Stefano, Bassi Catalano, V. Florio, G. Mazzini, Castronovo, Collodi Sturzo, C. Montalto e Umberto Di Savoia, docenti, dirigenti scolastici e la Croce Rossa. Dopo il benvenuto del comandante del 6° Reggimento Bersaglieri, Antonino Poma, i saluti del Prefetto Leopoldo Falco e della Presidente dell’Associazione CO.TU.LE.VI Aurora Ranno, tutti i presenti, raccolti in un rispettoso silenzio, ascoltano l’esecuzione del brano “Il Silenzio” Fare Memoria a cosa serve? A non dimenticare quello che è stato allora: le atrocità, le leggi razziali, le vittime della shoah, la deportazione, la prigionia e, solo da qualche anno a questa parte, anche a ricordare il lavoro coatto degli Internati militari italiani, prigionieri nei lager. Il ricordo di allora, nello scenario europeo di oggi serve da monito a noi, grandi e piccoli, agli uomini che sono al potere, alle istituzioni per ricordare quotidianamente di adoprarsi per costruire percorsi di pace e di unione tra gli uomini. Hanno relazionato il docente della Libera Università “Tito Marrone” di Trapani, Antonino Tobia e la Prof.ssa Pietra De Blasi. Il prof. A. Tobia ha ribadito, durante il suo intervento “Homo homini lupus” che in tutte le filosofie, in tutte le letterature, la poesia, le culture e tutte le civiltà, il bene è sempre stato ciò verso cui si deve tendere e il male ciò verso cui non si deve tendere. L’uomo, di fatto, sceglie il bene. Il male è ciò che, di fatto, evita. È difficile parlare ai bambini “dei violenti contro se stessi, dei violenti contro il prossimo dei violenti contro Dio, dannati dei gironi danteschi, di madri che hanno visto i loro figli appesi al palo, di cetre afone appese ai salici, di banalità del male, dell’eccidio degli ebrei di Meina sul Lago Maggiore, di profughi che scappano dalla guerra, dei bambini di Terezin” e poi dare delle spiegazioni. Il prof. Antonino Tobia, e la prof.ssa Pietra De Blasi rivolgendosi ai bambini presenti in sala, hanno usato un linguaggio di efficace semplicità. La professoressa Pietra De Blasi ha proiettato, spiegato e commentato le foto che ha scattato durante il “Viaggio nella Germania dei lager “ dei luoghi dove sono stati prigionieri il padre Giuseppe I.M.I. n° 194671 e lo zio Andrea n° 194125 costretti a lavorare nell’industria bellica, vicino agli altiforni, negli zuccherifici, a scaricare montagne di carbone, costretti a patire freddo, fame e a sopportare vessazioni di ogni genere. Il capitolo dei soldati italiani prigionieri dal 1943 al 45 negli stalag è una pagina che è rimasta insabbiata parecchi anni. Giuseppe ed Andrea De Blasi, due dei 650.000 Internati Militari Italiani che hanno detto no e che non hanno voluto collaborare con i tedeschi, hanno ricevuto dal Ministero della Difesa la medaglia d’onore come combattenti per la libertà d’Italia 1943-45, la croce al merito di guerra e i rispettivi diplomi. La Presidente del Rotary Club Castellammare del Golfo Segesta Terre degli Elimi, Anna Maria De Blasi, ha lettola poesia “Radio Caterina”, un telegrafo rudimentale costruito con materiali di fortuna, nato dalla voce della disperazione dei prigionieri, ha letto anche la poesia “Scorze di patate” dedicata al padre. Le scorze, lo scarto, il rifiuto che viene buttato nella spazzatura, è diventato per molti prigionieri del lager l’alimento che li ha tenuti in vita. La prof. Pietra De Blasi ha regalato alla presidente dell’Associazione COTULEVI la sua recente pubblicazione, “Tra meridiani e paralleli” il primo libro della collana cotuleviana che vuole essere un forte No a tutte le violenze in ogni luogo e in ogni latitudine. La conferenza si è conclusa con la fanfara dei bersaglieri che ha eseguito il brano “La vita è bella”. Le note musicali della fanfara hanno invitato tutti a guardare con occhi attenti tutto quello che rende la vita più bella, di andare oltre il muro dell’odio, dell’indifferenza e ad essere ambasciatori di “Bellezza” sempre e ovunque. C'e' sempre bisogno di essere sentinelle della libertà. “Quante strade deve percorrere un uomo prima che lo si possa chiamare uomo?” La risposta soffia nel vento?(Pietra De Blasi)

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